venerdì 20 febbraio 2009

IL SERVIZIO MILITARE 2 - Il mio armadietto


Et voilà! Notate che schifo di armadietto che le Forze Armate (scusate l' espressione) assegnavano a noi, poveretti che venivamo strappati alle famiglie per essere ingroppati dallo stato. Non fatevi ingannare dalle apparenze, la parte era molto peggio di quello che sembra: tanto per cominciare, ad ogni marinaio toccava solamente metà dell' armadietto (l' altra metà veniva appioppata a qualche altro disgraziato).... Piccolo, rugginoso, fatiscente e rumoroso, dentro ti toccava infilarci tanta di quella roba - dal vestiario militare al piumino civile, passando per le riviste pornografiche di terza generazione - da fare scoppiare un magazzino nautico. Ma in fondo in fondo, finivi pure per affezionartici, al punto che ogni marinaio lo decorava costellandolo di ritagli da giornalini porno sempre freschi di giornata... Vecchio armadietto, quanta malinconia!

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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."