martedì 24 febbraio 2009

CARI, VECCHI SOLDATINI











Ahhhhhhh.... Quanta nostalgia! Questa vecchia foto rende sommariamente giustizia a quello che era il reggimento più agguerrito dei miei giocattoli, i miei soldatini (adesso li chiamano "action figures") che tanto mi hanno dato in termini di fantasia, contribuendo ad alimentare quel già fervido serbatoio di fantasia che poi avrei sfruttato per lavorare con la Computer Grafica, la modellazione tridimensionale e la Digital Art. Pensavo che avrei conservato gli eroici G.i.joe per miei eventuali figli maschi, ma visto che ho avuto due figlie femmine ( e sono felicissimo così!), ho ben pensato di concedere alle mie "truppe" l' onore delle armi: invece che congedarli in un cassonetto della spazzatura o venderli speculando su Ebay (cosa che in termini economici sarebbe stata decisamente più vantaggiosa per me), ho preferito sfruttare il mio grado vero da Sottotenente per ... assegnarli ad un nuovo reparto. Sì, in parole povere li ho regalati al figlio di un' amica di mia moglie, in modo che qualcuno possa continuare a far rivivere ancora una volta le grandi battaglie che hanno combattuto a suo tempo per me... Non è romantico? E' grandioso!

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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."