venerdì 20 febbraio 2009

IL SERVIZIO MILITARE 1 - San Silvestro? In caserma e di guardia!


















L' ultimo giorno dell' anno, quel lontano 1997 così controverso ed avaro di soddisfazioni, si concluse tanto schifosamente che di più non si poteva, coerentemente con l' inizio e lo sviluppo perdurato nell' annata. Come avrebbe potuto il sottoscritto evitare di farsi mettere di guardia l' ultimo giorno dell' anno? Ma poi il bello è che, quando sei nella merda, arriva subito lo tsunami, con onde di letame alte trenta metri... Così si potrebbe commentare il fatto di essere stato piazzato insieme agli altri marinai assegnati al lavaggio delle gamelle ( i vassoi metallici dove mangiavamo noi militaretti di leva). E come se non bastasse questo, la suprema stronzità degli ufficiale di Maricentro culminò con il divieto di festeggiare durante il tempo libero ed appena terminati i servizi assegnati. Naturalmente, noi baldi giovani e scapestrati ventenni d' assalto, non ci facemmo minimamente turbare dall' iniquo divieto ed aggirammo con astuzia l' incombente ingiustizia facendoci rifornire (ovviamente di nascosto) di panettoni, spumanti, pizze, birra, torrone, amaretti, ecc. andando fieramente nel culo a tutta la Marina Militare Italiana ed a tutto lo stato maggiore della difesa (scritto minuscolo così imparano, tiè!)...

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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."