I still feel quite lonely... Why? I hope to find some energies tomorrow to get some new picture....
Today I worked a lot on my 30th Skystriker, to modify his sweep geometry wing. A sort of work in progress, but I' m not hurry....
Raimondo Rossi Custom Toys, italian customizer of action figures. Dioramas, scratchbuildings and much more cool stuff....! And unofficial crazy GI Joe dio-stories maker!
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giovedì 27 settembre 2012
martedì 5 giugno 2012
IL TEMPO
Alle porte di Carrara, è possibile ammirare questa splendida meridiana,
posta sulla copertura di un edificio in periferia. Oltre alla bella
meridiana, quello che colpisce sono le due frasi: "L' UOMO MISURA IL
TEMPO" e "IL TEMPO MISURA L' UOMO", che restituiscono il senso della vita in poche, semplici e sagge parole.
martedì 6 ottobre 2009
Evviva il temporale
Ooooh... Era ora. Una di quelle giornate che tanto piace a me. Ovvero spaventosa, con pioggia scrosciante che obbliga la gente a correre per non bagnare i loro abitacci firmati e le loro teste acconciate proprio ieri dal parrucchiere a suon di euro. In questo momento la natura si rivale su queste ed altre insulse formichine che devono tornare forzatamente con i piedi per terra.
Ma il sentimento più intimo che pervade il mio animo è un incredibile senso di rilassatezza, una ritrovata simbiosi con le pareti domestiche che lascia ogni contatto con la realtà e si espande in maniera esponenziale. Relax. Senso di rilassatezza che non diminuisce neppure se sono costretto ad uscire (e conseguentemente a beccarmi tutto il maltempo sulla faccia), visto che mi sento strettamente legato alla natura: l' atavico istinto animale che risale lunghe scalinate della mai anima viene a completare la sua salita portando con sè questo senso di completa obbedienza ed accettazione per il compiersi della furia degli elementi. Le gocce di pioggia che scivolano sulla mia faccia, i lampi che squarciano ed illuminano il cielo per quei pochi, lunghissimi istanti; i tuoni che scuotono brutalmente l' aria e spaventano gli animali domestici...
Niente di tutto questo mi riesce a turbare, anzi. E' la testimonianza che la mia natura umana, con tutti i suoi istinti, non è stata ancora inquinata e lobotomizzata dalla tv, dai giornali e da tutti quei mezzi di comunicazione di massa che quotidianamente tentano di farci il lavaggio del cervello. Sì. Sono ancora vivo.
Ma il sentimento più intimo che pervade il mio animo è un incredibile senso di rilassatezza, una ritrovata simbiosi con le pareti domestiche che lascia ogni contatto con la realtà e si espande in maniera esponenziale. Relax. Senso di rilassatezza che non diminuisce neppure se sono costretto ad uscire (e conseguentemente a beccarmi tutto il maltempo sulla faccia), visto che mi sento strettamente legato alla natura: l' atavico istinto animale che risale lunghe scalinate della mai anima viene a completare la sua salita portando con sè questo senso di completa obbedienza ed accettazione per il compiersi della furia degli elementi. Le gocce di pioggia che scivolano sulla mia faccia, i lampi che squarciano ed illuminano il cielo per quei pochi, lunghissimi istanti; i tuoni che scuotono brutalmente l' aria e spaventano gli animali domestici...
Niente di tutto questo mi riesce a turbare, anzi. E' la testimonianza che la mia natura umana, con tutti i suoi istinti, non è stata ancora inquinata e lobotomizzata dalla tv, dai giornali e da tutti quei mezzi di comunicazione di massa che quotidianamente tentano di farci il lavaggio del cervello. Sì. Sono ancora vivo.
giovedì 2 luglio 2009
VIAREGGIO
Tutto il mondo conosce e sa cosa è successo in questi giorni a Viareggio. L' immane tragedia che è successa in uno dei posti ai quali sono più legato per i tanti, tantissimi ricordi, mi rende partecipe del dolore dei poveri cittadini della città del Burlamacco. Amici, ex compagni di classe ai tempi delle superiori, commilitoni e compagni di naja durante la leva e miliardi di ricordi che non basterebbero due vite per raccontarli.
Io, fra i tanti ricordi, ne scelgo uno che è quello che emerge sopra gli altri, per motivi che sfuggono alla mia comprensione è quello al quale sono più legato, considerando che l' incidente ferroviario è successo proprio lì.Tutto il mondo ha visto, nei servizi in tv e sul web la grande passerella pedonale che sovrasta la passerella e conduce a Via Ponchielli: ebbene, quando avevo 16 anni e non ancora nè patente, nè motorini , nè bici, partivo da Pietrasanta (dove abitavo) e prendevo il treno per raggiungere Viareggio. Raggiungevo la grande passerella, la attraversavo e raggiungevo a piedi un mio caro compagno di classe che abitava nel quartiere Terminetto, all'altezza della caserma dei Vigili del Fuoco. Quante volte l' ho attraversata con l' amico spensierato di un ragazzino che va a studiare (ma soprattutto giocare al computer) con uno dei suoi migliori amici...
Una volta, la Via Ponchielli, mi è toccata farmela correndo, inseguito da un cane piccolo ma decisamente ostile ed intenzionato ad assaggiare i mie polpacci.
E adesso rivedo in tv le immagini dei primi soccorsi, le fiamme infernali ed altissime che lambivano proprio quella passerella impregnata di ricordi. Quelle fiamme assassine che hanno ucciso e cancellato la vita di esseri umani nell' arco di frazioni di secondo, mentre hanno condannato altre vittime ad una lenta ed atrocissima agonia negli ospedali di mezza Italia.
Proprio in occasione dell'organizzazione dei soccorsi, nella mattina del 30 giugno sono stato convocato presso la base logistica della Croce Rossa Italiana di Marina di Massa, in quanto Ufficiale della Riserva del Corpo Militare CRI; oltre a me, una mezza dozzina di volontari tra militi, caporali e sergenti.
Purtroppo, nel mio piccolo, essendo un sottotenente commissario - ovvero specializzato in attività gestionali ed amminiatrative anzichè mediche - la mia utilità è stata limitata al lavoro d' ufficio e nell'organizzazione della logistica... Ma alla fine del secondo giorno (essendo un incarico di 48 ore) mi sono recato di persona a Viareggio, presso la zona del "palazzetto dello sport" in Darsena, dietro lo stadio,all' interno del quale erano stati montati i letti da campo della CRI Militare, ovvero le nostre brandine per emergenze di questo tipo.
Ho visto con i miei occhi sia il bene che il male: militi di bassa forza e di truppa che si facevano il "mazzo" nobilitando l' uniforme che indossiamo e, purtroppo, sottufficiali pieni di boria che si vantavano di avere stretto la mano dei "personaggi" più importanti e si piazzavano davanti alle telecamere in cerca di visibilità. Roba da far girare nella tomba il povero Dunant come una trottola... Speriamo che il Commissario Straordinario Rocca riesca a ripulire il Corpo Militare dalle mele marce e restituirlo all' antico splendore: molti militari CRI non conoscono neppure i sette principi della Croce Rossa (Umanità, Neutralità, Imparzialità, Volontariato, Indipendenza, Unità ed Universalità). Molti entrano solo per il gusto di mettersi una divisa addosso perchè esaltati. ma come si fa ad avere una mentalità del genere quando si chiede di arruolarsi in un Corpo che ha come emblema un simbolo sanitario??? Meditate, gente, meditate. Come diceva Renzo Arbore in un vecchio spot pubblicitario di tanti anni fa.
Se avete una mentalità del genere o cercate solo una scusa per mettervi una divisa addosso, non ci pensate nemmeno ad entrare nel Corpo Militare della Croce Rossa. Non fa per voi.
E chi è già dentro solo per avere uno stipendio ma senza alcuna vocazione umanitaria ma solo per esaltare la propria vanità, farebbe bene ad uscire. Meditate gente, meditate.
Non avete idea di quanto mi faccia incazzare dover riconoscere che Rocca abbia molta più ragione di quanto si pensi...
Mah... Comunque, io mi sono chiarito parecchio le idee riguardo soprattutto a certi sottufficiali dal comportamento discutibile e che in futuro, qualora i nostri destini si dovessero nuovamente incrociare, avranno la vita molto più difficile. Parola mia.
sabato 23 maggio 2009
UN EROE IMMORTALE
Come tutti sapete, oggi ricorre il triste anniversario del vile attentato costato la vita al giudice Falcone, alla moglie ed agli uomini della scorta. Ricordo tutto perfettamente, a distanza di tanti anni come fosse successo cinque minuti fa, l' orrore nell' apprendere la notizia dell' assassinio dell' unico eroe dei tempi recenti.
Eh, già... Nella primavera del 1992 ero un ragazzino di 16 anni che ascoltava le canzoni degli 883 e trascorreva i suoi pomeriggi a giocare a pallone con gli amici, i fine settimana in discoteca alla "Caravella" (poi divenuta "Cupido" e "Midhò") di Forte dei Marmi oppure al "Cavalluccio" di Lido di Camaiore, in attesa della storia importante...
Avevo ancora i miei capelli (lo so che sembra strano, ma anch' io ho avuto i capelli !), quella folta capigliatura rossa alla quale ero più che affezionato - e che in breve avrebbe lasciato il mio cranio liscio come una palla da biliardo - e mille e più sogni per la testa.
Uno di questi era proprio quello di emulare le gesta di un celebre Giudice di Palermo, da alcuni anni noto alle cronache per aver messo alle strette niente po' po' di meno che la mafia.
In una terra martoriata ed infamata da una piaga come "cosa nostra", nessuno più del giudice Falcone era all' altezza della nomea di eroe.
Non uno sceriffo da Far-West con la pistola in mano, ma uomo dello stato ( uno stato che assurdamente lo lasciava a combattere da solo contro la piovra mafiosa) che combatteva con gli strumenti messi a disposizione dalla legge e dalla costituzione. Per me un eroe immortale, a dispetto dei vigliacchi che lo uccisero. Un esempio non solo per chi ha la Sicilia nel sangue, ma per chiunque non accetti la prepotenza e la crudeltà, la corruzione e la disonestà.
Nemmeno il dolore che si rinnova ogni anno per la perdita di un uomo carismatico e simbolo pragmatico di quella giustizia che - a noi, comuni cittadini, appare assurdamente troppo lontana, iniqua, disinteressata ai nostri reali problemi, oltre che connivente con troppi paradossi all' italiana - riesce a cancellare la voglia di apprendere ciò di straordinario che ha lasciato a noi lo straordinario lavoro di Giovanni Falcone.
giovedì 9 aprile 2009
IL TERREMOTO IN ABRUZZO
Avrei voluto parlare di altro, sicuramente. Ma la mia coscienza mi obbliga a rendere omaggio a tutti i sopravvissuti del tragico terremoto che ha raso al suolo L' Aquila e la maggior parte dei paesi limitrofi. Esprimo il mio cordoglio a tutti i parenti delle vittime e tengo per me tutta quella serie di riflessioni sulle colpe criminali ( per legge tocca ai progettisti ed ai costruttori realizzare gli edifici in base a criteri anti-sismici) che rendono ancora più pesante questa immane tragedia.
Mi limito solo ad aggiungere un piccolo contributo di vita vissuta, un' aneddoto relativo alla mia esperienza personale riguardo al terremoto. All' epoca avevo appena compiuto sei anni e mi trovavo con la mia famiglia in vacanza da mia nonna Maria in Sicilia. Ecco, ricordo che una notte, pur essendomi addormantato nel mio letto, mi risvegliai dentro l' automobile di mio nonno: a Catania si era verificata una forte scossa di terremoto e mio zio Gianni mi aveva caricato sulle sue spalle, portandomi in salvo: ricordo ancora tutta quella gente che affollava la strada, in attesa di riprendersi un minimo di coraggio per tornare nelle proprie case. Ecco, noi fummo fortunati. Proprio perchè le case avevano resistito al sisma e la scossa era stata molto più leggera. Ma adesso rivaluto in maniera assai diversa il peso di quell' esperienza in confronto alle vere tragedie.
venerdì 27 febbraio 2009
TROPPI IMMIGRATI
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Dai "Carmina Burana":
"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."