giovedì 14 luglio 2011

BASTA LAURENTI E BONOLIS !

Questa è un' opinione mia, personale. Che non vuole essere offensiva nei confronti dei diretti interessati e della loro carriera televisiva. Però, detto questo... ADESSO BASTA!
Non ci posso fare niente. Sarò anche l' unica persona in tutto il mondo a pensarla così, ma non riesco proprio a pensare diversamente. Io non sopporto Bonolis e Laurenti. Cosa ci volete fare? Quando vedo loro, mi viene istintivo di cambiare canale. Saranno anche bravissimi (per gli altri), forse molto sopravvalutati (per me). Opinioni personali.
E' un' antipatia che proprio non riesco a sopprimere. Dopo essere stato costretto dai pubblicitari della Lavazza a sorbirmi centinaia di stupidi siparietti e scene assurde che farebbero piangere anche i bambini delle scuole elementari, non ne posso
proprio più.
La Lavazza farebbe sicuramente meglio a mandare in onda le recite della scuola materna, piuttosto che straziare la gente con questi sketch insulsi e senza sapore. E' una tortura per la mia mente e per il mio cervello, quella serie di battute che - secondo loro - rappresenta la quinta essenza della comicità e della simpatia. Con me, vi garantisco, l' effetto è assolutamente contrario. Provo repulsione sia per i prodotti che essi pubblicizzano che per le trasmissioni condotte da loro. Ripeto, non ci posso fare niente.
Quella sorta di comicità (?) imposta dall' alto, sinceramente mi irrita e mi disgusta terribilmente. Una simpatia forzata, che ti vuole far ridere raschiando il barile ma senza quella linfa magica e spontanea dei veri comici, quelli che fanno ridere senza starci a pensare su e senza gag arrugginite che fanno solo venire tristezza.
Ogni volta che sento uno spot di Laurenti e Bonolis, cerco rapidamente il telecomando e cambio canale con la stessa velocità di un respiro. Ve l' ho detto, non li sopporto più. E rimpiango i tempi in cui a fare la pubblicità della Lavazza
era il grande Nino Manfredi, con il celebre slogan "più lo mandi giù e più ti tira su". Al contrario di certi spot.

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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."