lunedì 4 luglio 2011

MALEDETTE ZANZARE

Maledette zanzare. Non mi dànno tregua e non ne posso più. Non mi importa se sono fondamentali per l' ecosistema in quanto fonte di cibo principale per tutti gli animali che si nutrono di insetti, io vorrei cancellarle dalla faccia della Terra. Sembra che abbiano una predilezione per il mio sangue, a giudicare dal numero spaventoso di punture che mi ritrovo sulla pelle. Maledette zanzare, lo dico ancora una volta. Non bastava questa canicola ad affievolire ogni minima voglia di fare qualcosa di utile, adesso ci si mettono anche loro ad infastidirmi. Dannati insetti schifosi, non meritate di esistere. Le zanzare che crescono in questa zona, poi, sono enormi: altro che zanzare-tigri, piuttosto si potrebbero chiamare tigri-zanzare. Sono così grandi che quando volano a gruppi sembrano i velivoli delle Frecce Tricolori dell' Aeronautica Militare che si muovono in formazione, con tanto di relativa scia verde-bianco e rossa. Non ne posso più, veramente. Ogni volta che riesco a beccarne una, schiacciandole tra le mani o friggendole con l' apposita racchetta elettrica che mi porto continuamente appresso, provo una incredibile sensazione di goduria che va oltre ogni logica e spiega fin troppo chiaramente quanto irrimediabilmente compromessa sia ormai ogni mia minima facoltà mentale. Per colpa loro. Maledette zanzare, per l' ennesima volta. Chi mi vuole regalare un oggetto gradito per il mio compleanno è avvisato: voglio un voracissimo pipistrello, ghiottissimo di zanzare e disposto ad abbuffarsi 24 ore su 24 di queste schifosissime bestiacce. Potrebbe essere un regalo veramente intelligente e quanto mai apprezzato...

sabato 2 luglio 2011

IL CALCIO... DI UNA VOLTA, QUELLO SI' CHE ERA BELLO !!!!

Ricordo con tanta, tantissima nostalgia i miei primi calci ad un pallone. Non ero destinato ad una carriera da calciatore nè professionista nè dilettante, ma questo non mi impediva fin da bambino di perdere ore ed ore allenandomi da solo a palleggiare nel cortile sotto casa (e meno male che a quei tempi abitavo ancora in una casa indipendente e non in condominio). Tanto era l' amore profondo che nutrivo per quello sport che - oltre ad acquistare puntualmente ogni settima il Guerin Sportivo - non passava domenica sera che il sottoscritto non studiasse tutti i gol e le azioni spettacolari avvenute nel corso del pomeriggio: i giorni seguenti studiavo cassette e cassette al videoregistratore per studiare i movimenti dei calciatori che più mi piacevano, oltre a cogliere meglio le sfumature ed i dettagli che magari mi erano sfuggiti la prima volta. I miei eroi sportivi erano i Grandi della Nazionale italiana che vinsero la Coppa del Mondo del 1982 nei MOndiali di Spagna.
Paolo Rossi, Antognoni, Collovati, Tardelli, Cabrini, Zoff e tutti gli altri vinsero i Mondiali proprio il giorno del mio compleanno (l' 11 luglio del 1982 io compivo 6 anni) e già questo mi sembrava uno straordinario punto di contatto con quel mondo, quasi da predestinato.
Niente di tutto questo, ma l' amore per quel mondo fantastico era proprio inevitabile. Nonostante la pessima pagina dello scandalo del calcio-scommesse agli inizi degli anni '80, a quei tempi si poteva parlare di un calcio più pulito almeno a livello di valori, senza giocatori strapagati e vanagloriosi, molti meno miliardi da sprecare in lussi, senza diritti tv e quante altre stronzate che hanno messo in campo per soddisfare la propria avidità.
Da molti, troppi anni il calcio non mi piace più. Non ho mai voluto stipulare un abbonamento per la Pay-tv e non guardo partite, visto che non mi trasmetterebbero quelle emozioni che mi davano gli eroi di una volta. E mi resta solo un senso di repulsione, di rigetto, per quel bellissimo amore adolescenziale provato nei confronti di quello che un tempo era lo sport più bello del mondo.

giovedì 30 giugno 2011

TORTURA

No, il titolo di questo post potrebbe trarre facilmente in inganno il lettore. Non intendo infatti affrontare lo spinoso problema dei diritti umani fondamentali, di Amnesty International e della sua straordinaria attività in giro per il mondo; non voglio neppure parlare del significato di materie importanti quali il diritto internazionale umanitario oppure le Convenzioni di Ginevra, sempre citate a parole ma purtroppo mai abbastanza applicate nella sostanza.
Niente di tutto questo. Oggi mi soffermerò a parlare di una tortura tanto crudele quanto sottile, che si annida potenzialmente in ogni famiglia del mondo.
Come sapete, il sonno è uno dei bisogni fisiologici primari di ogni essere vivente - perlomeno nel regno animale - e nessun individuo può sopravvivere alla mancanza di riposo se questa si potrae in un tempo eccessivamente lungo.
Ebbene, tutto questo preambolo per spiegare ciò che avviene nel mio manicomio (pardon, casa mia), da sera a mattina. Si comincia dal dopo - cena, inteso come quel momento in cui devi convincere le tue figlie a lavarsi le mani ed i denti come igiene e regole di buona creanza imporrebbero: quotidianamente, si rinnova puntuale la lotta tra le belve ed il domatore di fiere ferocissime, poichè le mie pargole sembrano alquanto refrattarie ad eseguire spontaneamente ed autonomamente questa sorta di invito che rinnovo loro dopo ogni pasto che esse consumino.
Nel migliore dei casi, una volta convinte di buon grado ad accettare questa pur doverosa minima imposizione paterna, nel giro di pochi minuti il pavimento del bagno sarà inevitabilmente allagato (in stile Alluvione dell' Arno del 1966) a causa della solita ed inevitabile battaglia tra le due piccole pesti per assicurarsi la posizione migliore davanti al lavabo, dalla quale si può sicuramente usufruire di un accesso migliore al getto d' acqua offerto dal rubinetto centrale: ovviamente sarà una lotta senza esclusione di colpi, tra gomitate, schiaffi e calci che farebbero impallidire pure Chuck Norris.
Ovviamente, la conseguenza fisiologica e scientifica di tale lotta tremenda per la supremazia nel bagno sarà una terrificante scena post-apocalittica con acqua e sapone sparsi dappartutto, con l' alluvione di cui sopra.
Ma la cosa peggiore causata da questo scenario sarà l' urlo spaventoso in stile tirannosaurus rex di Jurassic park che fuoriuscirà dalle fauci di mia moglie che, con scarsa compostezza e poco fair-play, prenderà assai maluccio la visione di tale spettacolo in bagno, esibendosi in ululati di rabbia da far raggelare le vene anche in un licantropo.
Certo, ad evitare le sue rappresaglie nei confronti del resto del mondo al di fuori del bagno, sarà impresa ardua perfino per un battaglione di poliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa.
Nel frattempo, dopo un breve armistizio durante il quale esse indossano il pigiama, le piccole pesti si precipitano nel soggiorno e ricominciano le ostilità,queste continueranno a combattere ferocemente per ottenere la posizione più comoda e vantaggiosa (ovvero dove si può vedere al meglio la tv), tra pianti e lamenti di presunte ingiustizie ai propri danni da lamentare nei confronti dell' assai perplesso genitore nei paraggi.
Con un ruggito leonino convincente quanto basta, riesco ogni volta a convincere le monellacce a sospendere la battaglia, fin tanto che, una volta che mi sarò pronunciato in merito, sentenzierò in maniera equa e salomonica che ognuna di loro dovrà usufruire di pari vantaggi ed equivalente spazio per godere della visione della tv. Dopo pochi minuti arriverà mia moglie che, prendendo possesso del computer portatile, inizierà a presidiare la propria pagina personale su Facebook e si diletterà con quegli insulsi giochini on-line nei quali trova relax, buon per lei...
Nel frattempo, il sottoscritto controlla la postazione dell' altro computer, quello fisso, collocato sulla scrivania in un angolo del soggiorno: come al solito, mi dividerò tra il verificare ogni tre secondi se arriva o meno qualche nuovo messaggio di posta elettronica nella mia casella mail su Libero ed il cazzeggiamento puro sul web, navigando su Ebay alla ricerca dei miei soldatini preferiti (i GIJoe della Hasbro degli anni 80 e 90) e l' invio costante ed infruttuoso di curricula via mail, presso aziende in ogni angolo del globo. A questo punto, credo che gli unici a non avere il mio curriculum vitae siano rimasti solo i terroristi di Al-Queda.
Ad ogni modo, mentre mia moglie continua a svagarsi sull' altro computer (con un occhio al portatile e l' altro alla tremenda soap "Un posto al sole" di Raitre, che annichilisce la mia pazienza da troppi anni), la piccola Martina abbandona lo spazio che le avevo assegnato sul divano per infilarsi tra le braccia di sua madre ed addormentarsi serenamente tra le braccia materne.
A questo punto la piccola criminale - che non ci pensa proprio a voler dormire nel proprio lettino ma preferisce, ahimè, assopirsi nel lettone di mamma e papà - una volta addormentata profondamente, verrà sistemata sul proprio lettino, con la speranza (spesso vana) che il suo sonno duri almeno fino al mattino seguente.
In realtà, la piccola brigante quasi sempre si sveglierà non più tardi di un paio di ore dopo e, dopo qualche lamento piagnucoloso, si potranno udire in breve i suoi passetti affrettati nel corridoio alla volta della stanza matrimoniale, una volta raggiunta la quale ella si infilerà senza troppi complimenti nel lettone, incuneandosi a forza nello spazio (piccolo) tra me e mia moglie.
Ma torniamo indietro di un paio di ore. Appena messa a letto le piccola, come appena spiegato, inevitabilmente tocca alla sorella maggiore, che si addormenta inesorabilmente nel giro di cinque minuti o meno. E qui cominciano le note dolenti, visto che risulta assai problematico ridestarla dal sonno quel tanto che basta da rimetterla in piedi, procedere verso il bagno e poi successivamente verso il proprio letto. A raccontarla così sembra quasi facile, ma in realtà è una vera e propria impresa, non priva di rischi, soprattutto per chi prova a svegliarla: intanto, chiamarla dolcemente sussurandole qualche parola tenera all' orecchio risulterà perlomeno inutile, e si passerà pertanto a schiaffeggiarla (con intensità direttamente proporzionale alla conseguente prontezza di una sua eventuale risposta) sulle guance. A questo punto, con grande padronanza di riflessi, sarà necessario schivare i colpi che la giovane sonnambula cercherà di portare a segno nei confronti di chi sta disturbando il suo sonno; ergo, con il sottofondo musicale di inviti più o meni energici ad un veloce e pieno risveglio, Arianna si metterà miracolosamente in piedi, alla ricerca delle proprie ciabatte e, non si sa per quali motivi causati dalle ragioni dell'inconscio, si metterà a mimare un cane che scava una buca per nascondervi l' osso. Ecco, dopo averle messo le ciabatte ai piedi, la conduco fino alla porta del bagno e, una volta uscita dal gabinetto, la guido fino a raggiungere il proprio letto, sopra il quale ella crolla infine esausta e senza memoria.
Ad ogni modo, nel frattempo anche mia moglie avrà spento il suo computer e se ne sarà andata a dormire.
Solo a quel punto, riesco a sentirmi nuovamente un uomo libero. Il telecomando non è più presidiato da mani altrui, lo schermo della tv del soggiorno è finalmente in attesa di un mio imput ed io sono altrettanto curioso di vedere cosa offriranno oggi i palinsesti. Poco o niente, come al solito. E siccome magari non è serata in cui si trovi un programma di approfondimento tipo Report, Annozero (a me non piace il personaggio Santoro ed i vari politici antipaticissimi, ma mi piacciono i servizi in cui si vede la gente e lo spazio concesso per portare alla luce i problemi, oltre ovviamente alle esilaranti vignette del grandissimo Maestro Vauro).
Se non c' è nessuna trasmissione intelligente, cercherò affannosamente qualche telefilm di azione in cui si spara dal primo all' ultimo minuto ed i colpi di scena si sprecano a profusione, magari con irruzioni da parte di squadre speciali SWAT e teste di cuoio dei reparti speciali. Impresa titanica che difficilmente troverà successo e, pertanto, spegnerò malinconicamente la tv rimpiangendo i soldi del canone e dell' abbonamento rai e maledicendo la solita corrottissima casta politica che si nutre dei soldi delle mie tasse.
Ergo torno davanti al mio computer ed inizierò a cercare su Youtube nuovi filmati su tecniche modellistiche, tutorial grafici e cose simili, navigando per un paio d' ore senza pensieri. Quando poi mi accorgerò che la mia vista diventa sempre più offuscata e le parole sempre più difficili da essere lette e decifrate, mi deciderò a spegnere il pc, non prima di avere ricontrollato per l' ennesima volta la mia casella di posta elettronica.
Ebbene, l' odissea non è affatto finita, anzi. In genere la situazione standard prevede che io trovi il mio posto sul letto già occupato dalla piccola Martina che, senza troppi problemi, si è messa nella posizione più comoda per lei e che - come è ovvio che sia - non lascia libero nemmeno un centimetro del resto del lettone. Mia moglie nel frattempo russerà come un camionista bulgaro ubriaco e, tra il dire ed il fare, sarò fortunato se riuscirò a prendere sonno nel giro di mezz' ora o tre quarti d' ora. Poi, magari, nel pieno di quel poco sonno che il destino mi concede avaramente, vengo svegliato nel cuore della notte da quella maledettissima zanzara che, con tutto lo spazio che c' è nell' universo e nelle galassie, non trova niente di meglio da fare che punzecchiare lamia pelle ma - soprattutto - disturbare il mio sonno con il suo maledettissimo ronzio. A tal punto, per ovviare quanto prima a tale spiacevole inconveniente, con gli occhi ancora chiusi afferro la racchetta antizanzare ed inizio a mulinarla furiosamente nel buio, sperando con tutto il cuore di abbrustolire il prima possibile quella dannatissima zanzara mandata dal diavolo stesso per disturbare il sonno dei giusti. Dopo mezz' ora di infruttuosi tentativi, mi lascerò cadere esanime sul materasso, mandando affanculo la zanzara e chi ama gli insetti, riproponendomi di assumere un pipistrello (voracissimo di zanzare!) quanto prima, oltre ariempire il comodino di piante carnivore.
Non riesco nemmeno a realizzare di essermi riaddormentato che vengo puntualmente risvegliato dalle tremende gomitate che mia figlia mi infligge nello stomaco e, nemmeno il tempo di rimetterle le braccia nella giusta posizione più lontano da me che... si ripropone il problema.
Bah, non so come riuscirò a riaddormentarmi, forse per sfinimento. E così puntualmente avviene. peccato soltanto che la sveglia si faccia sentire appena un' ora dopo e mi condanni ad un' altra giornata d' inferno, con le voci squillanti delle mie figlie che squarciano la quiete del mattino e distruggono impietosamente i miei timpani, mentre cerco rifugio da tanto baccano rifugiando la testa sotto il cuscino. Tentativo inutile, nemmeno lì riuscirò a trovare conforto, alla ricerca di quella pace necessaria per riprendere i miei sensi. E lì, sotto assedio, tra urla da parte di mia moglie che dirige le figlie verso il tavolo per la colazione o verso il bagno per le operazioni di lavaggio ed igiene personale, si esauriscono come sempre le mie ultime speranze di un risveglio "normale", e sogno di scambiare il mio posto con quello di una cavia da laboratorio sul tavolo della vivisezione.
E questa come la chiamereste se non TORTURA?

giovedì 28 ottobre 2010

CUSTOM !

Mi scuso con tutti quanti per la scarsa frequenza con la quale ultimamente riesco ad aggiornare il mio blog. Un po' per apatia, un po' per malinconia, mi sono tuffato di botto nell' appassionante passatempo di customizzare i miei cari vecchi giocattoli di un tempo e... di adesso. E' terribilmente divertente customizzare le action figures - dalla modifica fino ai ritocchi finale di verniciatura - per poi fotografarle e condividerle sul web e scambiare commenti con gli altri amici appassionati in Italia e nel resto del mondo.
Per chi volesse vederE le foto dei miei personaggi, ecco il link diretto del mio album su Flickr.com:
http://www.flickr.com/photos/raimondorossi/

Invito inoltre chiunque abbia in soffitta o voglia gettare via dei vecchi personaggi, veicoli o pezzi rotti della serie Gi Joe a contattarmi via mail: (rossiraimondo1976@libero.it)

sabato 14 agosto 2010

W LE FERIE

Tempo di ferie, finalmente. Anche per me. Un paio di settimane senza stare a preoccuparsi della sveglia, degli orari dei treni e delle pratiche edilizie che continuano ad affluire sulla mia scrivania, rimasta temporaneamente incustodita.
Ieri mattina ho lasciato un messaggio alla signora delle pulizie, chiedendole di lasciare chiuse le finestre dell' ufficio, in modo da evitare di ritrovarlo allagato tra qualche giorno a causa dei nuovi improvvisi temporali estivi. Ci sentiamo prossimamente, mondo... Buone ferie a tutti

domenica 8 agosto 2010

LA TEMPESTA DI SABBIA

In tutta onestà, la situazione caotica che tanto mi confondeva e causava quel fortissimo turbamento che scombussolava la mia "strumentazione interiore", grazie al Cielo è andata attenuandosi dopo un chiarimento diretto nel pomeriggio di venerdì scorso. Ma se, al termine della settimana scorsa la sensazione che avevo nelle ossa e nell' anima era quella di essere stato vittima di un bombardamento a tappeto (magari dopo un raid aereo americano) ed il dolore che ne ricavavo era quello di un reduce da ustioni a base di Napalm, adesso in verità mi sembra più che altro di averla scampata dopo una brutta tempesta di sabbia in pieno deserto. Forse si vive di illusioni e magari 3/4 della nostra vita trascorre così, chissà. Di questo non ho certezza assoluta.
Oggi ho una piccola "ricaduta" a livello di umore, stato d' animo o come lo si voglia chiamare: è il momento peggiore senza ombra di dubbio. In questo momento, mi sembra di sentire tutto il dolore del mondo, ed io ne sono la cassa di risonanza. Speriamo che anche oggi tutto si riduca nei termini e, al massimo, si possa parlare di una tremenda "tempesta di sabbia" alle spalle...

giovedì 5 agosto 2010

ANCHE OGGI...CLIMA PAZZO !

Sinceramente quella di oggi sembra proprio una giornata da dimenticare, almeno dal punto di vista delle condizioni meteo. Guardando al di fuori della finestra, vedendo quelle immense nubi che oscurano il cielo e minacciano di vomitarti addosso tutta l’ acqua del cielo, non c’ è da stupirsi neppure troppo se perfino gli uccelli si rifiutano di librarsi in volo e preferiscono starsene buoni buoni al riparo sotto la grondaia degli edifici. Manca tremendamente la luce solare, quella stessa che, nell’ eccesso, diventa fastidio e tormento. Ma è pur sempre meglio tutto ciò piuttosto che vivere una giornata che immalinconirebbe anche un licantropo idrofobo. Siamo nel primo pomeriggio e fuori è già buio, nemmeno ci fosse in corso un’ eclisse solare; non sembra proprio che il tempo voglia cambiare, questo ormai l’ ho capito.

lunedì 2 agosto 2010

TURBAMENTO...

E’ già da qualche giorno che ho la non proprio felice sensazione di camminare sull’ orlo dell’ inferno. Ma la cosa peggiore (come se tale percezione emotiva non fosse già di per sé abbastanza tosta..!) è che non riesco a capire quale sia la direzione della salvezza, quella verso cui indirizzare tutti i miei sforzi alla ricerca di una soluzione a questo disagio. Non voglio fare l’ ermetico, l’ enigmista e nemmeno seminare una cortina fumogena intorno a me. In questo momento è la sensazione reale che sto provando, un’ angoscia nei confronti del futuro che è impossibile da scrutare. Il cuore è devastato quanto la mente, dopo che entrambi si sono azzuffati per giorni tentando di prevalere l’ uno sull’ altra. Non so di preciso che mi stia accadendo. O meglio, forse lo so e sto cercando di esorcizzare la paura di perdere del tutto la rotta, che si mantiene sempre più a stento nella burrasca che mi sono creato con le mie stesse mani… Boh, vediamo come finisce stavolta.

sabato 31 luglio 2010

BIZZE CLIMATICHE

Mamma mia, che brutto tempo (meteorologicamente parlando, certo)...
Nei giorni scorsi, qua in Toscana, è stato un piccolo grande inferno. Nella fascia che percorro quotidianamente e che va da Carrara a Empoli, è stato un susseguirsi progressivo di bizze climatiche.
Nel giro di un giorno c' è stato un brusco passaggio dal tremendo clima
caldo / umido equatoriale al bizzoso miscuglio di tempesta e burrasca torrenziale.
Pioggia che viene giù dal cielo a metri cubi (pare scaricata giù da un Canadair antincendio), fulmini a raffica che mettono in ginocchio l' ufficio tecnico comunale , con tutti i suoi computer e tutti i disagi accessori. Bah, comunque oggi sembra che sia nata una splendida giornata, con una temperatura magnificamente mite e che produce una bella sensazione di relax.

giovedì 22 luglio 2010

EMPOLI DI FUOCO

In estate la città di Empoli è accogliente quanto avrebbe potuto esserlo la città infernale infuocata di Dite, descritta da Dante nel canto IX dell’ Inferno. Provate a percorrere tutta la Via Ridolfi, da cima a fondo e, alla fine della camminata, avrete ottime probabilità di trovarvi di fronte a San Pietro (o nel caso peggiore dinnanzi a Caronte, a seconda della vostra coscienza). Sembra un’ esagerazione gratuita senza fondamento, ma vi garantisco che sia un’ impresa di non poco conto quella di resistere al calore di rimbalzo che proviene dalle facciate degli edifici, che restituiscono il calore ricevuto dai raggi solari emanando a loro volta una radiosità micidiale e trasformando le strade cittadine in autentiche piastre per cottura in formato gigante.

martedì 20 luglio 2010

ESTATE IN TRENO

Non tutti riescono a capire l’ imbarazzo di una persona che viva la propria esistenza (o quanto meno una parte di essa) da pendolare. Ci sono quelli che non si portano niente al seguito, come pure altri che non riescono a fare a meno della propria borsa, del proprio computer portatile, del proprio zaino, eccetera. Io devo dire di rientrare una una categoria tutta a parte, assai patologica a livello di comportamento e difficile da classificare in base allo schema illustrato in precedenza. Nella mia giornata lavorativa quotidiana, parto da casa con almeno o due borse al seguito. Una di esse contiene il preziosissimo notebook che tanto mi allieta nelle tre ore (complessive, tra andata e ritorno) di viaggio tra casa e ufficio, senza le quali la noia mi ucciderebbe inesorabilmente. Il fatto che poi, spesso e volentieri, il sottoscritto sia talmente stanco che non riesce nemmeno ad aprire la cerniera della borsa e preferisca farsi un sonnellino (rendendo di fatto inutile la presenza del computer al seguito !) è quasi trascurabile. Nella seconda borsa trovano posto i cosiddetti oggetti utili del tipo guanti di lattice modello poliziotto della scientifica per evitare eventuali contatti con oggetti potenzialmente infetti sui mezzi pubblici; salviette umidificate per rapide pulizie d’ emergenza (tipo quando quei dannati piccioni appollaiati si cavi dell’ alta tensione ti lanciano una bomba organica sulla camicia fresca di ferro da stiro); completino tascabile antipioggia per motociclista per resistere ai temporali ed acquazzoni improvvisi di tipo monsonico che capitano sempre quando meno te l’ aspetti; kit di automedicazione costituito da garza sterile, cerotti, salviette sterilizzate ed etc per far fronte ad ogni eventuale graffio che possa macchiare le carte in ufficio. In questo periodo bollente dell’ anno completano la dotazione: la giacchetta modello sahariana che, avvolta e ripiegata alla bell’ e meglio a mo’ di cuscino, riesce a rendere più confortevole l’ appoggio della mia testolina agli scomodissimi sedili dei treni regionali; un bottiglia vuota di plastica che riempo d’ acqua presso la fontana di Via Ridolfi, facendo scorrere l’ acqua per almeno cinquanta minuti in maniera da evitare tutti quei residuati terrosi che poco piacciono al mio organismo; infine un semplice cappello modello “bonnie-hat” da escursioni in montagna che in questo periodo fa la sua parte contro l’ inclemente calura che mette seriamente e quotidianamente a rischio l’ esistenza del sottoscritto.

lunedì 19 luglio 2010

RIECCOMI QUA...!

Dopo un lungo, propedeutico silenzio, torno a riempire gli spazi vuoti di questo grigio blog, senza la pretesa che qualcuno legga o riesca a percepire questo malessere interiore che mi sta irritando in quest’ ultimo periodo. Innegabilmente lo stress fisico dovuto al pendolarismo si comincia a manifestare nelle ossa e nei muscoli, a dispetto di un entusiasmo che non si è affievolito minimamente dall’ inizio dell’ avventura empolese. Anzi. La voglia c’ è ancora, nonostante le insostenibili temperature di queste ultime settimane, che ti succhiano via le forze anche se te ne stai oziando all’ ombra di un albero. Personalmente posso dire che, quando parcheggio quotidianamente la mia utilitaria del parcheggio vicino la stazione di Carrara, trovo già una temperatura di almeno 23° già alle cinque del mattino (!).
Ma il bello è al ritorno, appena arrivato da Empoli e, accaldato come può esserlo chiunque si ritrovi a viaggiare in condizioni climatiche estreme, con aria condizionata che funziona male ed a singhiozzo, finestrini quasi sempre chiusi ermeticamente e sigillati, con la conseguente abbondanza di sudore nel quale si affoga inevitabilmente: la temperatura all’ interno della mia vettura, pur parcheggiata all’ ombra di alberi dalla chioma verde e generosa, oscilla tra i 38 ed i 39 gradi. Cose da pazzi… Ovviamente non riesci nemmeno ad aprire i finestrini della macchina perché quella schifosissima resina vegetale che i perfidi platani ti hanno lasciato cadere sui vetri, ormai li ha pressoché totalmente impregnati e rendendo impossibile lo scorrimento dei cristalli. Morale della favola: meglio portarsi dietro una tuta ignifuga per resistere alla temperatura (tipo estate sul pianeta Venere), cinque o sei autobotti di acqua minerale al seguito per non morire disidratati, prodotti spray specifici per la rimozione di resine vegetali dai vetri delle automobili, guantoni di lattice per non sporcarsi le mani ed impiastrare di conseguenza le chiavi della macchina e tutto il resto… E tanta, tantissima pazienza da rinnovare di giorno in giorno.

Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."