domenica 8 agosto 2010

LA TEMPESTA DI SABBIA

In tutta onestà, la situazione caotica che tanto mi confondeva e causava quel fortissimo turbamento che scombussolava la mia "strumentazione interiore", grazie al Cielo è andata attenuandosi dopo un chiarimento diretto nel pomeriggio di venerdì scorso. Ma se, al termine della settimana scorsa la sensazione che avevo nelle ossa e nell' anima era quella di essere stato vittima di un bombardamento a tappeto (magari dopo un raid aereo americano) ed il dolore che ne ricavavo era quello di un reduce da ustioni a base di Napalm, adesso in verità mi sembra più che altro di averla scampata dopo una brutta tempesta di sabbia in pieno deserto. Forse si vive di illusioni e magari 3/4 della nostra vita trascorre così, chissà. Di questo non ho certezza assoluta.
Oggi ho una piccola "ricaduta" a livello di umore, stato d' animo o come lo si voglia chiamare: è il momento peggiore senza ombra di dubbio. In questo momento, mi sembra di sentire tutto il dolore del mondo, ed io ne sono la cassa di risonanza. Speriamo che anche oggi tutto si riduca nei termini e, al massimo, si possa parlare di una tremenda "tempesta di sabbia" alle spalle...

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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."