sabato 2 maggio 2009

ESISTE UN CICLISTA CHE RISPETTA IL SEMAFORO

Non ci posso ancora credere, anche pizzicandomi la pelle e avendo opportunamente constatato che non sto vagando nel mondo dei sogni, faccio ancora fatica a crederci. Prima o poi me ne farò una ragione. Un po' a fatica, ma ce la farò. So che qualcuno mi prenderà per visionario, ma stamattina ho visto con i miei stessi occhi un ciclista fermo al rosso del semaforo, nella zona del Johnny Fox a Marina di Carrara. E non perchè avesse forato una gomma o per un crampo alla gamba o per un qualsiasi altro motivo di forza maggiore che gli impediva di proseguire la corsa: era la sua scelta di educazione civica e di rispetto verso il resto della comunità "civile".
Civile si fa per dire, perchè un popolo di maleducati come quello italiano non si ritrova nel resto del mondo. Ci vorrebbero mesi solo per provare ad elencare alcuni degli atteggiamenti arroganti e prepotenti dell' italico popolo, insofferente nel rispettare le regole, le leggi e le consuetudini più basilari pur di appagare il proprio egoismo. Strafottenti e cafoni, disordinati e ritardatari, spacconi e pieni di sè, corrotti e fancazzisti, sempre pronti ad approfittare delle situazioni con odioso opportunismo: gli Italiani amano ignorano che la libertà di un individuo finisce proprio dove comincia quella di un altra persona.
A cominciare dai politici (scusate l' orribile parola) che a ben vedere riassumono ed ingigantiscono pure in maniera esponenziale i difetti e gli orrori dei loro sciocchi elettori, passando per altre grame categorie come automobilisti, camionisti, vigili urbani, avvocati, giudici, etc... tutte queste tristi caratteristiche possono essere raccolte da una categoria che proprio non riesco a sopportare: mi riferisco a quella razza di ciclisti cialtroni che inforcano una bicicletta e, pedalando come dannati, infrangono ogni norma del codice della strada. Come un gregge di "pecoroni", li vedi passare col rosso, bucare gli stop, tagliare la strada, sfiorare pericolosamente i pedoni che attraversano pericolosamente le strisce e molto altro ancora. Purtroppo. Questo senza che nessuno muova mai un dito. Eh, già. Non mi è ancora capitato di vedere dei poliziotti rincorrere dei ciclisti che sono appena passati col rosso, carabinieri che fermino questi deficienti ad un posto di blocco, etc. Niente. Nessuno ha mai proposto di risolvere il problema in maniera semplice ed immediata (almeno per quanto riguarda la questione dei semafori) obbligando i produttori di biciclette a mettere una targa - o un microchip identificativo - attraverso la quale si possa risalire inequivocabilmente al trasgressore e punirlo adeguatamente e come sarebbe giusto.
Un' odiosa IMPUNITA' che non si può tollerare più. Io sono una persona buona come il pane, a detta di chi mi conosce. Ma il giorno in cui personalmente deciderò di farmi giustizia da solo, beh... potete stare ben certi che sarà una vendetta memorabile. Anche per questo non credevo ai miei occhi, vedendo quel momento di civiltà - incredibilmente da parte di un ciclista - che dovrebbe essere la norma e non l' eccezione. E cominciavo a meditare che bisognerebbe creare associazioni per la protezione e tutela delle brave persone, visto che quelle poche che ci sono in circolazione, sono sempre di meno e dovrebbero essere salvate.

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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."