martedì 13 agosto 2013

TRIBUTO AGLI 883

 Le canzoni degli 883 mi hanno accompagnato nel periodo  dell' adolescenza della mia vita, dalla fine dell' infanzia fino ad arrivare all' età adulta.
Ricordo bene quell' orecchiabile motivetto nell' estate del 1992 che mi spinse ad acquistare la musicassetta (dai marocchini, nelle adiacenze della stazione ferroviaria centrale di Pisa) e la curiosità per quel titolo così originale (ma come faceva a morire l' Uomo-Ragno se invece abitualmente era sempre lui ad uscire trionfante dalle sue avventure?) si mutò in simpatia, con affezionamento immediato.
Se poi ci mettiamo che certe canzoni come "S'incazza", "Con un deca", "Jolly-Blue" e tutte le altre, mi suonavano molto familiari - nel senso che mi sembrava quasi che quei testi descrivessero proprio me e le situazioni della mia stessa quotidianità, l' effetto- coinvolgimento che fa presa su un adolescente non poteva che essere quello di una irresistibile calamita.
Ascoltai quella musicassetta-pirata (pagata ben quattromila lire, mica niente!) per ore, con le cuffie del mio leggendario walkman della Panasonic - tuttora funzionante, sebbene inutilizzato per via dell' estinzione o quasi delle musicassette di una volta - fino quasi a consumarla e mi innamorai talmente tanto di quelle sonorità da impegnarmi a risparmiare qualche soldino, fino a che non riuscii ad acquistare l' album originale, sempre in musicassetta. E come bonus graditissimo, all' interno trovai anche i testi integrali delle canzoni di quell' indimenticabile primo album-successone degli 883: sarebbe stato ancora più facile e divertente imparare a memoria le canzoni avendo i loro testi sott' occhio.
Anche gli anni successivi gli 883 continuarono a regalare ottima musica che coniugava sonorità gradevoli ed accattivanti e testi privi di banalità, che catturavano emozioni e regalavano suggestioni.
Da "Nord-Sud-Ovest-Est" (semplicemente immenso) a "Sei un mito", passando per "Come mai" e "Rotta per casa di Dio", i ricordi che mi passano davanti agli occhi s' intingono di malinconia e dolcezza, con la consapevolezza di avere vissuto momenti irripetibili.
A prescindere dalla composizione rivista degli 883 (passati in quegli anni da "duo" a vera e propria band dopo l' addio di Repetto), la loro musica continuò ad accompagnare praticamente tutti i miei stati d' animo ed ogni canzone ha un suo segreto nella mia memoria.
Tornando nel presente, a dire il vero, devo dire che già da qualche anno la musica più recente di Max pezzali/ 883, a partire dagli inizi del 2000, non mi piace più per vari motivi, principalmente perchè non sento più nè quelle sonorità che tanto mi piacevano , nè tantomeno quei messaggi che recepivo attraverso l' ascolto dei testi.
Ma l' affetto, la stima e l' ammirazioni per i vecchi capolavori rimane tuttora intatta ed oggi mi va di dedicare questa piccola banalissima foto al primo incredibile successo degli 883, ad oltre vent' anni dalla sua uscita!







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Dai "Carmina Burana":

"Poiché provo nel mio animo un forte turbamento, al colmo dell'amarezza mi lamento di me stesso. Formato di materia assai leggera, mi sento simile ad una foglia con la quale gioca il vento. Mentre è proprio del saggio porre sulla roccia salde fondamenta, io stolto, mi paragono ad un fiume sempre in corsa che non si ferma mai sotto lo stesso cielo. Vado alla deriva come una nave priva di nocchiero, come un uccello che vaga per le vie del cielo; non c'è catena che mi trattenga, né chiave che mi rinchiuda, cerco i miei simili e mi unisco così ai malvagi. Condurre una vita austera è per me quasi impossibile; io amo infatti il gioco che mi piace più del miele. Qualunque impresa mi chieda Venere, che non risiede mai negli animi meschini, è una piacevole fatica. Percorro la via più facile com'è proprio dei giovani, e mi irretisco nei vizi scordando la virtù; più avido del piacere che della vita eterna, sono ormai morto nell'anima e curo solo il corpo."